La musica e il numero hanno, da sempre, una profonda connessione che si può esprimere in tre rapporti diversi: uno di tipo fisico/matematico, uno di tipo convenzionale e uno di tipo simbolico.
È fuori discussione che Johann Sebastian Bach (1685-1750), durante tutta la sua vita professionale, abbia fatto larghissimo uso del rapporto simbolico tra musica e numero, in particolare per esprimere concetti e/o simboli teologici. La questione del rapporto che Bach ebbe con la teologia (e dell’impegno che profuse nel nascondere simboli e codici nelle sue composizioni) è ancora oggetto di studio costante e, talvolta, di speculazione.
L’intera produzione di Bach, in particolare quella dedicata all’organo e al contesto sacro, si configura come una interpretazione della fede, tenendo come costante punto di riferimento il catechismo di Lutero.

Giulio Gelsomino

Musicista, diplomato in organo con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Canepa” di Sassari sotto la guida di Adriano Falcioni, consegue poi il diploma di II livello con il Maestro Luca Antoniotti presso il Conservatorio “Verdi” di Como, ancora col massimo dei voti. Ha frequentato corsi di interpretazione e perfezionamento organistico con importanti interpreti del panorama concertistico internazionale quali Gerhard Gnann, Daniel Zaretsky, Ludger Lohmann, Klemens Schnorr. Dal 2017 collabora stabilmente con l’Associazione “Arte in Musica” di Alghero nell’ambito del Festival del Mediterraneo. 
Ha pubblicato saggi di argomento musicale ed è direttore artistico del festival “noteclassiche”. Si è esibito come solista e in formazioni orchestrali e cameristiche in numerosi recital nell’ambito di rassegne nazionali e internazionali.