28 ott Alla corte dell´Aga Khan, tutti i segreti della Costa Di Carlo Figari Nel prossimo anno si celebra il mezzo secolo della nascita del Consorzio Costa Smeralda che trasformò l´economia e l´immagine turistica della Sardegna. La "guida spirituale" era l´Aga Khan Karim che per realizzare il suo sogno chiamò i maggiori consulenti e i più famosi architetti. Era un imprenditore immobiliare, con un programma di investimento cinquantennale, unico in Italia e forse anche nel mondo. Localmente affidò l´impostazione politica del progetto a un giovane avvocato di Sassari, Paolo Riccardi, un gigante di uomo per statura e un abile diplomatico capace di trattare e mediare sino allo sfinimento pur di arrivare all´obiettivo fissato. La sua forza, oltre l´abilità professionale, stava nel saper tessere relazioni e amicizie a tutto campo superando ideologie e partiti. Era amico di famiglia di importanti uomini politici, quali Antonio Segni e Francesco Cossiga che sarebbero diventati presidenti della Repubblica, i fratelli Enrico, Giovanni e Sergio Berlinguer, moltissimi personaggi sardi che muovevano le leve del potere nelle istituzioni, alla Regione e nei Comuni del nord Sardegna, tra Sassari e la Gallura. A lui si rivolse l´Aga Khan che lo volle come plenipotenziario del nascente Consorzio Costa Smeralda, una sorta di «Kissinger sardo del 49mo Imam degli lsmailiti», come lo battezzò il pungente giornalista sassarese Pino Careddu. Oggi quell´omone di quasi due metri che ha superato gli ottant´anni e che da tempo si è ritirato a vivere alle Canarie, ripercorre l´affascinante avventura della Costa Smeralda con un libro di memnorie: "Alla corte dell´Aga Khan" edito da Carlo Delfino (236 pagine, 25 euro). «La sua è una cronaca faziosa e generosa, ma con vistose punte di autocritica», sottolinea nella prefazione Careddu che, scomparso di recente, non ha fatto in tempo a vedere l´uscita del libro. Careddu, ben introdotto in tutti i meandri del potere, fu testimone delle vicende descritte con arguzia e con stile brillante da Riccardi. Per la sua biografia l´autore utilizza la tecnica dell´intervista diretta: domande e risposte a se stesso, uno sdoppiamento che dà ritmo al racconto come se fosse una conversazioi ne tra amici. INCONTRI. I´avvocato, che della sua "sassareseria" si porta appresso tutte le qualità e i difetti, è tornato nell´isola per partecipare alle presentazioni del libro e nei luoghi teatro della sua storia: martedì scorso ad Arzachena, che ha visto crescere e diventare il paese più ricco dell´isola, oggi a Olbia e domani a Sassari. Il racconto prende le mosse dal 1959, quando l´Aga Khan ancora non esisteva. Nel Senso che non era ancora venuto in Sardegna (ci arrivò nel 1961). In quell´anno un personaggio "tutto particolare" si presentò nello studio sassarese del giovane, ma già affermato legale, Paolo Riccardi. Con un cane piccolissimo in una tasca della giacca, con spessi occhiali azzurri e un corto bolero di pelle, Raphael Neville lo incarico di trovargli una spiaggia dove potesse realizzare il suo sogno: «Ho girato la Corsica, ma non l´ho trovata, questa spiaggia è sicuramente in Sardegna, mi aiuti», gli chiese. Figlio del famoso scrittore e cineasta spagnolo Edgar Neville, acquisto un terreno di tre ettari a Palau per tre milioni di lire dove sorse Porto Raphael. NASCE LA COSTA. Nel frattempo cominciavano a frequentare le desertiche coste della Gallura i maxi yacht come la famosa Croce del Sud di Giuseppe Mentasti (patron della San Pellegrino) che iniziò ad acquistare terreni a Porto Cervo, i Polbielski a Liscia di Vacca, il giovane Aga Khan al Pevero, Romazzino, Razza di Junco e Calda di Volpe; il fratellastro Patrick Guinness a Liscia Ruia, Andrè Ardoin a Pantogia, Pitrizza e Capo Ferro, l´uomo d´affari inglese Duncan Miller a Capriccioli. Sono i nomi dei pionieri di quella che sarebbe diventata la località turistica più ambita ed esclusiva del Mediterraneo. Con la pubblicità sui giornali, che accompagnò lo sbarco di Karim e dei suoi amici, la parte nord orientale della Gallura fu presa d´assalto da numerosi imprenditori di mezzo mondo. I POLITICI SARDI. «Questo avveniva tra la completa indifferenza dei politici sardi», accusa Riccardi che nel libro cita notabili della vecchia Dc e personaggi del potere di allora in gran parte disinteressati persino contrari all´arrivo di investimenti dall´estero. In quei primi anni Sessanta, mentre si parlava di un "piano di Rinascita" che puntasse alla grande industria, non si avevano idee e progetti per il turismo. Riccardi non risparmia critiche a presidenti, assessori, sindacalisti e leader politici che osteggiarono le iniziative dell´Aga Khan. Ma Riccardi come entrò nella storia? Fu contattato - racconta nel libro - dall´avvocato francese Ardoin per una consulenza: si doveva costituire urgentemente la società Alisarda (oggi Meridiana) per avviare i collegamenti tra Olbia e Roma utilizzando l´aeroporto di Venafiorita che era una vecchia pista in terra battuta "arrangiata" dai tedeschi durante la guerra. Il suo lavoro, tra difficoltà burocratiche e resistenze politiche di ogni genere, fu molto apprezzato da Karim che da quel momento lo volle nello staff dirigenziale. Riccardi, partendo dall´Alisarda, ricostruisce i capitoli di quella grandiosa scommessa: la realizzazione del Porto Vecchio di Porto Cervo e della diga di Liscia e, via via, degli insediamenti sul litorale. Ricorda tutti gli uomini dei principe e gli architetti della Costa che crearono uno stile unico, originale e ancor oggi imitato. Riassume la guerra per i piani urbanistici, le polemiche con gli ambientalisti e il successo del primo Master Plan. Poi il sofferto, ma inevitabile divorzio dall´Aga Khan. Con nostalgia, ma senza rimpianti. Il libro Paolo Riccardi Alla corte dell'Aga Khan 20,00 € Paolo Riccardi Alla corte dell'Aga Khan (E-book) 4,90 €