Ocra, Argento, Verde, Azzurro, Nero, Viola, Rosso, Giallo, Grigio e Bianco. Colori con la lettera maiuscola. Quasi fossero nomi di persone: a testimoniare, con la loro variabile intensità, stati d´animo, paure ed emozioni. Ogni vita, considerata in assoluto, è portatrice di un valore unico e irripetibile. Il proprio. Ecco perché molti uomini, a un certo punto della loro esistenza, sentono il desiderio di raccontarla. Ma, Perché? Perché fissare sulla carta emozioni proprie, intimità e segreti che sarebbero potuti rimanere estranei al resto del mondo? Perché rendere pubblico ciò che, fino a quel momento, è stato privato? Perché, in fondo, siamo creature sociali. E la condivisione è alla base della nostra felicità. Anche Enrico Valdès si è cimentato con questo impegno. Lo ha fatto senza narcisismi e senza vanità: ma con altruismo. Perfino con amore. Perché nulla può esistere pienamente se rimane chiuso dentro di noi. Nulla può resistere al potere corrosivo del tempo se non viene, in qualche modo, fissato sulla carta. Ed eccoli i suoi piccoli e brevi racconti. Consegnati al futuro con speranza: perché possano esistere ancora a lungo: e a lungo emozionare. [i](Nicola Lecca, scrittore)[/i]
Enrico Valdès
Nato Cagliari il 23 settembre 1945, laureato in Medicina nell´Università della stessa città e specializzato in Anatomia patologica nell´Università di Milano.
Dal 1970 è stato anatomo patologo in ospedali regionali di Cagliari, con funzioni di primario dal 1981 al 2003.
Attualmente è responsabile del settore di anatomia patologica del laboratorio Valdès di Cagliari.
Ha scritto un centinaio di articoli scientifici su riviste nazionali ed estere.
Dal 2004 si è dedicato allo studio del pianoforte e, recentemente, si è cimentato nella narrativa, con il suo primo romanzo Nientedipiù Nientedimeno.
Ha scritto molti racconti, inediti.