L´area archeologica di PANI LORIGA si trova presso l´abitato di Santadi: il sito dista circa 20 km in linea d´aria dalla costa ed è in rapporto visivo con la colonia fenicia di Sulky, sull´isola di Sant´Antioco. La collina di Pani Loriga si presenta come una ricca stratificazione culturale che documenta la continuità insediativa dall´epoca prenuragica fino a quella punica. La Città fondata dai Fenici nel VII secolo a.C. e fortificata successivamente dai Cartaginesi, si presenta nella sua interezza: cinte murarie, strutture urbane e militari, necropoli a cremazione e tombe a camera e soprattutto una notevolissima necropoli a domus de janas di 3000 anni a.C. L´importanza archeologica del sito è principalmente legata alla colonizzazione fenicio punica: tra l´VIII e VII secolo a.C. un gruppo di coloni fenici già insediatisi lungo la costa sud-occidentale vi fondò un centro abitato. La scelta del luogo non fu affatto casuale. Il rilievo di Pani Loriga si presenta isolato, idoneo ad un insediamento di carattere militare. L´individuazione del sito di Pani Loriga avvenne il 5 maggio del 1965 grazie alle sistematiche ricognizioni topografiche del territorio sulcitano condotte da Ferruccio Barreca.
Massimo Botto
Massimo Botto è Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dove lavora dal 2001 presso l´Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA).
È consulente di varie Università, in Italia e in Spagna, per la valutazione di progetti di ricerca internazionali.
Specialista della Civiltà fenicia e punica, per quel che concerne gli aspetti relativi alla cultura materiale, all´economia, ai traffici commerciali e alle strategie di approccio al territorio in ambito pre-coloniale e coloniale, con particolare attenzione ai rapporti con il mondo indigeno.
Privilegiati ambiti geografici di ricerca sono rappresentati dalla Sardegna, dalla Penisola Iberica e dalla Tunisia, dove ha condotto scavi archeologici, prospezioni e studi di ampio respiro sulle dinamiche di approccio e sfruttamento territoriale avviate dai
Fenici.
Dal 2015 è responsabile ISMA della missione archeologica al santuario-tofet di Althiburos, in Tunisia, alla quale partecipa sin dal 2006 dapprima come direttore delle prospezioni avviate sul territorio e dal 2009 come direttore-archeologo dello scavo.